giovedì, novembre 27, 2008

Rigore o creatività - d.d.c. - d.a. 1909.59




Osservo la lenta perfezione dei movimenti...
compiersi nell'infinito vuoto, nell'assenza totale di parole e distrazioni...
mentre tutto attorno il mondo diviene... nel suo continuo nutrirsi di energia attraverso rumori, indeterminazioni ed eventi casuali....

Brucia il tempo del nostro mondo per effetto dei nostri desideri individuali infiniti...

resto fermo a leggere e rileggere il mio oracolo ancora tra le mie mani, mentre davanti al tempio continuano a susseguirsi le obliterazioni ...
i lavaggi delle mani e i fumi attirati al proprio volto con ampie gesta delle mani per purificarsi e scacciare gli spiriti maligni... padroni ancestrali dell'universo...

resto fermo a leggerlo e sono indeciso... per la prima volta...
so pero' che l'oracolo nella sua infinita bonta' mi lascia due chiare possibilità:

se il suo verdetto auspica buona fortuna per le cose della mia vita allora posso conservarlo, e i suoi spiriti mi proteggeranno dalla cattiva sorte

se invece, l'oracolo predica una cattiva sorte... allora ho finalmente la possibilità di scacciarla... ed ella, finalmente rivelata, potra' essere lasciata qui... davanti al tempio... legata ad una corda... circondata da tutte le altre cattive sorti di chissà quali individui... confinata ed isolata in questo piccolo angolo in cui nessun potere potra' piu' esercitarsi...

insomma nell'uno o nell'altro modo ho la possibilità di scacciare gli spiriti maligni che scuri e bofonchielli ridacchiano e svolazzano attorno alla mia ingenua e peccaminosa incredulità...

eppure... eppure...
non riesco a leggere dietro le righe dell'oracolo...
di cosa mi sta parlando...
buona fortuna o cattiva sorte...
cosa mi vuole dire...
di quante scatole cinesi sarà composta la sua predizione...

provo a soffermarmi ancora sulle sue parole... e ...
ho come la sensazione di perdermi in un vuoto che da quell'oracolo trae la sua origine...
che vorrebbe risucchiarmi... quasi nascondesse un'energia infinita e... una verità assoluta...

e proprio in questo momento perdo il contatto con il mondo reale...
che d'improvviso si smaterializza tutto attorno a me...
lasciando spazio ad un vortice nero, adesso calmo e silente...
e il suono del suo silenzio mi circonda e non mi lascia speranza...

si ferma il tempo...

in un istante che sembra infinito vedo una linea, un'orizzonte... oltre il quale forse sta la risposta alla mia domanda, la risposta al mio destino...

volgo lo sguardo a quell'orizzonte... e sono certo che una volta superato non potrò tornare indietro...

e nel frattempo medito sul mio diritto di chiedermi cos'è un uomo...