venerdì, agosto 03, 2007

discussing about the japanese culture... d.d.c. - a.d. 589.04

Intercity Tower A, ore 10:30...

... di un qualsiasi venerdi di questo anno 2007...

"last order, kudasai"
è l'invito, gentile come di consueto, della cameriera del ristorante che ci avvisa che la cucina sta per chiudere: resta spazio solo per un ultimo ordine...

interrompiamo la nostra conversazione per ordinare ancora un po' di tofu... giusto intermezzo tra un sorso di shochu e le nostre chiacchiere serali...

gia' le chiacchiere serali...

ricordo quando, appena una settimana fa, Ai mi ricordava quanto importante fosse bere e mangiare per i giapponesi... l'isakaia è il luogo per eccellenza in cui socializzare. E' il luogo in cui i ragazzi giappoesi conoscono le prime ragazze, il luogo in cui gli amici si scambiano le idee sulle donne, quello in cui i colleghi si sfogano con i loro capi... quello in cui le donne si scambiano i sogni sul loro uomo ideale...

e quando ho chiesto ad Ai: "ma perchè sempre ubriachi?"... lei candidamente mi ha risposto: "... perchè possiamo sentirci liberi di parlare... di raccontarci... senza inibizioni e giudizi"

e mentre me ne parlava, i suoi occhi brillavano, mentre i miei erano un po' sorpresi e increduli...

sguardo di gaijin, il mio, che probabilmente ha capito ancora poco di questa terra e delle sue regole...

che probabilmente si è sforzato poco di capire...

Eppure questa sera qualcosa mi ha colpito... qualcosa mi ha fatto pensare...

no... non è stato lo scoprire la differenza tra la preparazione del sake (fermentato) e quella dello shochu (distillato) e della loro provenienza (riso, patate o grano)....

ne tantomeno sapere che le geometriche disposizioni ad incastro dei pannelli rettangolari che compongono un tatami... altro non servono che a minimizzare i punti di potenziale debolezza di questa pavimentazione...

e neppure lo scoprire come le tempeste che si originano nelle filippine, crescano per poi trasformarsi in tifoni e raggiungere il giappone secondo dei percorsi ben definiti dallo scorrere delle stagioni...

quando pero' la mia curiosità mi ha spinto a chiedere...
"ma come fa il giappone a sopravvivere senza risorse naturali... niente petrolio, gas, carbone...?"

la risposta, così semplice e spontanea, mi ha lasciato senza parole...
"... ma la nostra forza è la gente..."

125 milioni di persone... con una cultura millenaria... che forse fino ad oggi ho osservato dalla prospettiva sbagliata... dalla mia...

sono le 11:30 e qui la notte è già calata da qualche ora sulle teste dei miei commensali...
... mentre in italia è ancora giorno...
mentre sulla mia testa fa ancora giorno...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post mi è davvero piaciuto.....bello il modo in cui racconti, ma bella la risposta sulla forza del Giappone.....lascia senza parole e rimbambiti.

Anonimo ha detto...

Se solo ti avessi conosciuto meglio prima che partissi per il giappone, sarei riuscita in qualche modo a far parte di questo tuo mondo fatto di riflessioni....
Il tuo occhio su tokyo merita attenzione.

mylae ha detto...

grazie anonimo, o anonimi...
il sentirvi vicini è ciò che ravviva la mia forza...

Anonimo ha detto...

Io ti ho conoscito bene...e sono riuscita ad entrare nel tuo mondo...ma purtroppo ne sono uscita in fretta!! Rimarrà per sempre la nostalgia di poterti "Vivere".Ti voglio bene un bacio